ARTROSI DEL GINOCCHIO

lunedì 14 gennaio 2013


Come si curano
le contratture muscolari

Schiena bloccata? Riposo a letto per 24-48 ore, abbinato ad antinfiammatori o miorilassanti

L'irrigidimento della muscolatura può dare origine a una contrattura che, se non trattata, causa cervicalgia, dorsalgia o lombalgia, se non tutti e tre i problemi insieme. In altre parole il mal di schiena.

CAUSE. «Possono provocare contratture le posture sbagliate (posizioni scorrette che obbligano i muscoli a un sovraccarico di lavoro), i colpi di freddo e i periodi prolungati di stress», spiega il fisiatra Maurizio Lopresti (puoi chiedergli un consulto), specialista in riabilitazione all'Istituto ortopedico Gaetano Pini di Milano.

SINTOMI. La sensazione che si avverte è quella di un crampo perenne e doloroso lungo i fasci muscolari della schiena. In genere il male scompare in 15 giorni.
CURE. «Durante la fase acuta del dolore vale una regola aurea: riposo a letto per 24-48 ore, abbinato ad antinfiammatori o miorilassanti (decontratturanti muscolari)», dice Lopresti. «I farmaci più efficaci sono quelli acquistabili con ricetta medica. Esistono anche antidolorifici da banco in gel, crema o sotto forma di cerotti. Se il mal di schiena permane per oltre un mese, è necessario passare alle indagini diagnostiche».

FISIOTERAPIA. «Contro il mal di schiena provocato da contratture muscolari sono utili varie tecniche di fisioterapia ed esercizi antalgici da fare a casa», continua il fisiatra.

mercoledì 2 gennaio 2013


La traumatologia muscolare nella pratica sportiva riveste un ruolo fondamentale sia per durata sia per gravità. Tale tipo di patologia, infatti, pur non essendo rilevata statisticamente, incide notevolmente come frequenza sulle cause di assenza dal campo di allenamento. Tra gli eventi traumatici che si verificano più frequentemente possiamo trovare tutta una serie di patologie che si differenziano tra loro per il grado di gravità del danno muscolare. Si parla infatti di contrattura, elongazione o stiramento, distrazione e strappo muscolare.
 Tra le varie classificazioni esistenti possiamo trovare anche quella che definisce il danno muscolare come una distrazione dove l’evento lesivo è causato da un trauma indiretto che provoca una rapida e violenta trazione delle fibre muscolari durante la contrazione. Tale lesione può essere associata o no a interruzione delle fibre muscolari. In questo caso parleremo di:
·       Contrattura (distrazione senza soluzione di continuità),
·       Stiramento (distrazione con lesione di pochi fascicoli o miofibrille)
·       Strappo (distrazione con rottura di molte fibrille e conseguente stravaso ematico più o meno importante)
Anche la sintomatologia varia secondo il tipo di lesione, e più precisamente troveremo:
Ø     Nella contrattura il muscolo è dolente e la palpazione profonda aumenta la sintomatologia; anche nei casi di dolore d’intensità minima o moderata, si ha un’importante impotenza funzionale a causa dell’incoordinazione fra muscoli agonisti e antagonisti.
Ø     Nello stiramento il dolore appare in maniera violenta e improvvisa, ma spesso non pregiudica la possibilità di continuare l’allenamento, anche se si è costretti a ridurre la performance. Altre volte invece, l’impotenza funzionale è immediata, a causa della contrattura muscolare secondaria allo stiramento stesso. Nel primo caso il dolore maggiore si avverte dopo l’allenamento o addirittura il giorno dopo, mentre nel secondo caso il giorno successivo possiamo trovare già uno stravaso ematico (se la lesione è superficiale). La differenza tra i due casi è dettata dalla quantità di miofibrille lesionate.
Ø     Nel caso di uno strappo muscolare invece il dolore è di tipo trafittivo con impotenza funzionale totale. Obiettivamente si può apprezzare subito un ematoma, provocare notevole   anche alla palpazione superficiale e avere l’impossibilità di allungare il muscolo strappato.
Questa patologia muscolare può essere provocata da varie cause:
1.     Cause meccaniche: tra queste troviamo delle brusche trazioni sulle fibre muscolari, un’eccessiva ripetizione di un gesto atletico eseguito ad alta velocità oppure un sovraccarico al muscolo stesso.
2.     Cause predisponenti: qui troviamo tutta una serie di cause la cui individuazione ci permette di combattere e prevenire il problema. Tra queste mi sembra doveroso sottolineare:

a)    Fattori ambientali quali il freddo, l’alto tasso di umidità e le condizioni del terreno di allenamento;

b)    Fattori tecnici: insufficiente riscaldamento, insufficiente recupero dopo un allenamento impegnativo sia per durate che per intensità, errata metodologia di allenamento o errata esecuzione dell’allenamento stesso, deficit di flessibilità ed elasticità muscolare, incoordinazione tra muscoli agonisti e antagonisti, deficit della tecnica di corsa o delle elementari norme igieniche di vita, quali alimentazione sana, riposo adeguato, rispetto dello stress e della fatica.
Come accennato prima, molte di queste cause possono essere evitate o rimosse, altre volte purtroppo, però incappiamo ugualmente in una patologia muscolare. A questo punto occorre fare una diagnosi accurata, e una mano esperta è già in grado di fare una diagnosi differenziale mediante la palpazione, saggiando l’entità del tono muscolare e un eventuale stravaso ematico. Dove l’obbiettività non è francamente valutabile, occorre aiutarsi con l’ecografia dove il medico radiologo può valutare con precisione l’entità del danno. Purtroppo spesso la contrattura muscolare non viene diagnosticata con questo esame strumentale perché il medico non rileva un’interruzione di continuità delle fibre muscolari. Ecco allora che spesso si deve ricorrere alla risonanza magnetica o alla termografia.
Un altro problema da risolvere è quello dei tempi di recupero. Tutti si auspicano una guarigione lampo, ma purtroppo anche nelle mani di stregoni o guaritori miracolosi, se non si rispettano i tempi biologici di guarigione, si rischia solo di posticipare il ritorno sui campi di allenamento. Studi eseguiti su migliaia di casi hanno ormai definito che occorre per una completa guarigione almeno 4-5 giorni per una contrattura, dai 10 ai 20 giorni per uno stiramento e oltre un mese per uno strappo muscolare importante (salvo complicazioni!). Il ritorno all’attività sportiva deve in ogni caso avvenire quando si è certi della scomparsa di fenomeni infiltrativi e reazioni infiammatorie, mentre il ritorno all’attività agonistica deve coincidere con il pieno recupero del tono e trofismo muscolare.

La terapia per queste lesioni prevede inizialmente l’applicazione di ghiaccio locale e il riposo dell’arto per un periodo di tempo variabile secondo il grado di lesione subito. La somministrazione di analgesici, emostatici e miorilassanti favorisce la guarigione, ma nelle fasi iniziali il ghiaccio e il riposo sono la terapia migliore. Nelle fasi successive è bene iniziare un trattamento fisioterapico e riabilitativo che varia secondo la patologia:
·       Nella contrattura dopo i 2-3 giorni di riposo è bene eseguire della massoterapia miorilassante e dello stretching.
·       Nello stiramento dopo il periodo di riposo e di crioterapia (nelle prime 48 ore) si può iniziare della fisioterapia strumentale (es.: laserterapia) e poi della massoterapia e della rieducazione funzionale con modalità da concordare con l’equipe riabilitativa (fisioterapista, medico sportivo, ortopedico, radiologo  …..)
·       Nello strappo muscolare dopo un riposo minimo di due settimane e la solita crioterapia nelle prime due giornate, si può programmare l’inizio del trattamento riabilitativo con le stesse modalità che abbiamo visto nello stiramento, dopo 7-10 giorni e successivamente un’eventuale fibrolisi diacutanea per combattere e prevenire la fibrosi cicatriziale e le possibili aderenze tissutali.
Il trattamento riabilitativo prevede il rispetto dei naturali e  fisiologici tempi di recupero, la correzione degli squilibri muscolari, il recupero del corretto tono e trofismo muscolare oltre alla ripresa della normale elasticità e flessibilità dei muscoli interessati.
Ricordarsi in ogni caso di:
·      non applicare calore sulla parte interessata, ma anzi  applicare ghiaccio nelle prime 24-48 ore
·      non sottoponetevi nell’immediato a sedute di massoterapia
·      non eseguite stretching appena accaduto l’evento acuto,
·      fatevi seguire nel programma riabilitativo da personale qualificato
  bastianelli