ARTROSI DEL GINOCCHIO

mercoledì 31 ottobre 2012

i mali di stagione


LA LOMBALGIA
La lombalgia è stata definita il “male del secolo” ed è una delle espressione dello stress;
anch’esso tra i maggiori responsabili dei disagi fisici della popolazione dei paesi industrializzati.
Non è una malattia, ma il sintomo di un problema. Il dato allarmante è che la patologia si sta
diffondendo anche tra i bambini.
La lombalgia è una patologia molto frequente: la maggioranza delle persone ne ha avuto
nella sua vita almeno un episodio. Può insorgere in modo acuto (dolore improvviso che si protrae
per più giorni e che tende a risolversi) o cronico (dolore che insorge in modo lento, in maniera
subdola, e che tende a recidivare). I sintomi obbiettivi sono: dolore nella parte bassa della
schiena,spontaneo e accentuato dai movimenti; contrattura delle masse muscolari della zona
lombare; rigidità del tronco.
La lombalgia, se non "curata" può degenerare in "lombosciatalgia", soprattutto nelle persone
meno giovani: il nucleo polposo del disco, per le continue sollecitazioni, comincia ad uscire e a farsi
strada attraverso l'anello. Si può parlare di protusione discale o ernia espulsa. Il disco, quando esce
dalla sua sede, può comprimere le radici dei nervi (nella stragrande maggioranza le radici dello
sciatico), provocando dolore e formicolii lungo gamba, fino ad arrivare, in alcuni casi, a paralizzare
i muscoli della gamba o del piede.
La lombalgia riguarda un tratto ben preciso della colonna vertebrale relativo al dolore o
addirittura al blocco della regione lombare del rachide.
L’atteggiamento nei confronti della lombalgia acuta è cambiato: si è passati da un
trattamento passivo ad un trattamento attivo.
Il paziente lombalgico che prima si affidava passivamente al riposo a letto, ai farmaci, alle
mani del terapista, alla protezione esterna del tutore ortopedico ed alla “macchinetta“ miracolosa
capace di eliminare il dolore, ora deve diventare sempre più protagonista del suo trattamento,
conoscendo la sua colonna vertebrale, la struttura e il funzionamento, scoprendo qual è il
meccanismo che produce il dolore ed evitando di azionarlo, conoscendo gli esercizi per
decomprimere i dischi intervertebrali, per effettuare i compensi e per proteggere la sua colonna.
In presenza di lombalgia acuta è sufficiente la visita del proprio medico di base. È necessaria
la visita dello specialista solo in presenza di sciatalgia, ricadute frequenti, dolore continuo che non
riesce a scomparire o nei casi in cui il medico lo ritenga opportuno.
In presenza di dolore acuto è importante non drammatizzare: l’80% della popolazione adulta
soffre di dolori vertebrali, è quindi possibile che capiti a tutti, soprattutto a chi ha “maltrattato” la
propria colonna.
In parte le statistiche risultano positive, perché hanno evidenziato che nove pazienti su dieci
stanno meglio entro un mese anche senza effettuare nessun trattamento. Ma d’altra parte le stesse
statistiche mettono in guardia, perché coloro che hanno avuto un primo episodio di mal di schiena,
sono soggetti a ricadute con una percentuale elevata che oscilla tra il 60% e l’85%. Questo,
naturalmente, succede più frequentemente a chi si cura solo passivamente e a chi resta sempre
esposto agli stessi fattori di rischio senza cercare di ridurli.
La prognosi per i pazienti che presentano lombalgia acuta è così favorevole che l’uso della
diagnostica per immagini é raramente necessario.
Se il paziente non presenta anomalie neurologiche, se non c’è stato trauma e se non si
sospetta un tumore né un’infezione, non si dovrebbe usare alcun esame strumentale nelle prime sei
settimane.
Qualora, trascorso questo tempo, non ci siano miglioramenti clinici, nel caso in cui venga
preso in considerazione l’intervento chirurgico o quando si teme una patologia grave, si possono
effettuare esami per immagini.
Ormai è dimostrata una notevole incidenza di anomalie anatomiche (ernie discali, stenosi,
spondilolistesi) in individui asintomatici: esse potrebbero portare a terapie inappropriate o a far
preoccupare inutilmente per il suono minaccioso dei nomi di tali patologie.
In caso di lombalgia acuta, centrale, senza irradiazione agli arti inferiori, anni fa venivano
prescritti due giorni di riposo a letto; se la situazione era più grave, cioè in caso di lombosciatalgia,
si prescriveva una permanenza a letto più lunga: da sette, dieci giorni fino ad un massimo di
quindici.
Diversi studi hanno dimostrato che un riposo a letto prolungato (da quattro a sette giorni)
non procura alcun vantaggio rispetto ad un riposo breve o nullo (da zero a due giorni).
Ci sono numerosi studi che confermano il valore di un programma specifico di riabilitazione
in fase acuta. Gli esercizi specifici eseguiti correttamente non aumentano la lombalgia, ma hanno un
ruolo importante nel trattamento immediato del dolore acuto, garantendo l’integrità del sistema
muscolo-scheletrico. E’ scorretto pensare che l’esercizio attivo sia sbagliato per una persona che ha
dolore.
Il dolore è diventato il migliore alleato della rieducazione: infatti, è molto più facile
rieducare un soggetto che soffre di mal di schiena a sedersi e muoversi correttamente quando, in
fase acuta, i movimenti scorretti provocano dolore. Allo stesso modo è più facile convincerlo ad
eseguire regolarmente gli esercizi, quando si accorge che, con la loro ripetizione, può ridurre il suo
dolore.
Nel caso di lombalgia acuta con forti dolori la terapia può essere diversa:la scelta più
adeguata è legata alla intensità delle manifestazioni ed allo scopo terapeutico. Dolori acuti, intensi e
violenti, devono essere trattati, innanzitutto, con i farmaci antinfiammatori e decontratturanti. La
scelta è piuttosto ampia, ma deve essere sempre prescritta dal medico curante o, meglio ancora, dal
medico specialista.
Il trattamento fisioterapico della lombalgia include: laser-terapia, magneto-terapia,
ionoforesi, stretching, ginnastica posturale e, se non è presente dolore, mobilizzazione attiva e
ginnastica per allungamento, rinforzo muscoli del corpo, in particolare dei muscoli addominali.
La lombalgia spesso esprime un decadimento fisico. Il mal di schiena si evita soprattutto
mantenendo un buon tono posturale ed osteo-muscolare. Vanno evitati atteggiamenti viziati sul
lavoro ed è fondamentale un'attività fisica di base in palestra. La menopausa può essere un notevole
fattore aggravante e predisponente per via dell'osteoporosi, del decadimento muscolare e della
lassità legamentosa.
Alcuni degli esercizi che si possono effettuare per attenuare il dolore e per correggere delle
posture viziate sono i seguenti (ogni posizione andrebbe tenuta per almeno 60 secondi, con una fase
di riposo di 30 secondi):
retroversione del bacino: espirare lentamente e appiattire il tratto
lombare contro il piano d'appoggio (contraendo gli addominali).
Inspirare durante il rilasciamento.
autoallungamento: espirare lentamente ed appiattire il tratto
lombare, allungare il collo e retrarre il mento verso il torace
espirando. Inspirare durante il rilasciamento.
rilassamento: afferrate le ginocchia con le mani portandole il più vicino
possibile al petto espirando. Inspirare durante il rilasciamento.
Ps. L’esercizio può essere eseguito anche a gambe alternate.
autoallungamento: dalla posizione in ginocchio, seduti sui talloni, allungarsi
in avanti scivolando sulle mani

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