ARTROSI DEL GINOCCHIO

giovedì 18 ottobre 2012

Periatrite Epicondilite
da Dr. Giorgio Betge, chiropratico © 1995
PERIARTRITE
Si chiama periartrite la malattia che affligge più sovente l'articolazione della spalla. La troviamo soprattutto in pazienti di media età. I sintomi soggettivi principali sono il dolore e la perdita della mobilità nella giuntura omeroscapolare. La periartrite si presenta gradatamente, prima con dolori leggeri e poi con sintomi sempre più acuti, come conseguenza, per esempio, di una malattia reumatica. Si manifesta nello stesso modo anche dopo un'infezione di streptococchi alla gola (tonsillite) o dopo un ascesso ai denti. In caso di un trauma il blocco della mobilità awiene all'improwiso con infiammazione acuta e gonfiore accompagnati da dolori forti. Spesso succede anche all'indomani, dopo aver preso una corrente d'aria fredda, dopo il bagno o dopo essersi esposti alla corrente di un finestrino aperto o all' aria condizionata dell' automobile. E' evidente che, in conseguenza delle diverse origini dei sintomi alla spalla, che si assomigliano, occorre una diagnostica esatta attraverso cui possa essere scelta e prescritta una terapia adatta e specifica.
Alla periartrite vengono attribuite diverse denominazioni, secondo le origini o secondo le localizzazioni dei sintomi più importanti:
  • periartrite omero-scapolare (caloarea),
  • periartropatia scapolo-omerale,
  • capsulite fibrosa adesiva,
  • frozen shoulder,
  • tendoguainite bicipitale,
  • borsite acuta o cronica,
  • mono-artrite reumatica,
  • poliartrite scapolo-omerale bilaterale.

Anatotnia-Fisiologia

La cavità glenoida, che è la parte articolare della scapola destinata a congiugarsi con la testa dell'omero, accoglie solo una piccola porzione della testa stessa. Di conseguenza I'articolazione gleno-omerale risulterebbe instabile ed estremamente soggetta a lussazioni se la testa dell'omero non fosse compattata fermamente alla glenoide da una capsula articolare robusta e rinforzata da spessi ligamenti, da tendini e da muscoli. I più importanti dei quali, a questo scopo, sono il muscolo sopraspinato e il m. deltoide. I movimenti dell'insieme della spalla si svolgono nelle sue quattro articolazioni: scapolo-toracica, gleno-omerale, acromio-clavicolare e sterno-clavicolare. Durante i loro grandi movimenti, le diverse fasce muscolo-tendinee vengono per natura in contatto con protuberanze ossee e devono essere protette dall'usura. Questo è il compito delle borse, cuscinetti riempiti di liquido sinoviale. Le borse a loro volta, se sollecitate troppo, si infiammano dando origine a dolori e a limitazione funzionale.

Patologia - Diagnosi

Basta che si ammali una sola struttura della spalla ed il funzionamento della stessa in una determinata direzione rimane disturbato, di regola con un restringimento dei movimenti o addirittura con un blocco. Osservando e testando le funzioni precise di tutti i muscoli, tendini, fasce e borse, si scopre la parte difettosa. Da questo punto non siamo più lontani alla diagnosi esatta. Infiammazioni, gonfiori, calcificazioni, rotture legamentose o tendinee sono le affezioni più frequenti riscontrate alla spalla . L'artrosi degenerativa, che troviamo sovente nelle articolazioni della colonna vertebrale o nelle anche, costituisce l'eccezione nella spalla, perchè essa non è una struttura portante del peso corporeo ma e piuttosto da considerare come un'appendice al tronco. Oltre alle disfunzioni locali della spalla esistono sintomi dolorosi che vengono proiettati nella muscolatura o sulla pelle sovrastante, provenienti dalla vicina colonna cervicale. Si manifestano in forma di dolori, spasmi muscolari di riflesso oppure ipo o ipersensibilità cutanee. I dermatomeri delle radici nervose C4 e C5 si estendono sopra la spalla e coprono esattamente la regione interessata dalle tante altre patologie locali. Riflessi dolorosi remoti dall'origine, per esempio della cistifellea (infiammazione, calcoli), possono manifestarsi nella regione della scapola destra e far sembrare che ci siano disturbi nelle strutture locali. Dolori irradiati invece verso la spalla sinistra, potrebbero significare disturbi al cuore.
L'esame clinico comprende la ricerca della zona malata che si rileva dalla localizzazione del punto o dei punti dolenti sulla spalla. Un altro metodo è di osservare l'equilibrio, I'armonia e l'estensione dei movimenti del braccio in questione e di testare la forza muscolare dei singoli muscoli che sostengono e muovono il braccio. L'esame radiografico informa sull'integrità ossea e l'eventuale presenza di alterazioni degenerative o calcificazioni. L'artrografia con contrasto ci informa sull'integrità delle borse. L'esame sonografico ci informa sull'integrità dei tendini, borse e capsule articolari e infine la risonanza magnetica ci presenta tutti i tessuti molli sulla lastra. L'artroscopia permette di visualizzare direttamente, tramite una sonda. introdotta nell'articolazione, le strutture articolari in questione e di fare piccole riparazioni chirurgiche. L'esame di laboratorio serve per l'esclusione o la conferma d'infiammazioni, infezioni o forme reumatiche o metaboliche.

Terapia

Da queste considerazioni risulta evidente che per una cura efficace ci vogliono almeno due prerequisiti:
1. una diagnostica accurata (generale e locale) che detta la terapia
2. un arsenale terapeutico adeguato per far fronte alla moltitudine di affezioni.
La terapia si dirige, secondo la diagnosi, verso la parte malata senza perdere d'occhio il quadro generale e tutti i fattori che possono influenzare la sintomatologia. Così, se si tratta di una malattia metabolica come la gotta, viene naturalmente trattata questa prima di tutto. Dove la colonna cervicale sia in causa, la stessa dev'essere trattata con manipolazioni chiropratiche e quando si tratta di un riflesso da un organo remoto, viene trattato l'organo malato, p.es.il fegato o il cuore .

Se abbiamo un trauma acuto, una parte gonfia, infiammata o calda, si procede in ognuno di questi casi con l'applicazione del freddo. A casa si applica il ghiaccio per 10 minuti o l'argilla (terra curativa) per I ora. In alternativa si possono applicare anche il fango freddo (moor) o la ricotta fredda o uno spray raffreddante contro gli strappi muscolari degli sportivi, delle pomate o dei gel rinfrescanti. Mai fare impacchi caldi o mettere pomate con salicilati associati a sostanze che riscaldano. La parte con dolore acuto viene trattata sempre col freddo. L'intento è di produrre una vasocostrizione locale con interruzione dell'afflusso di sangue e lo sgonfiamento dei tessuti, un riassorbimento dei liquidi interstiziali, processo coadiuvato dalla vasodilatazione reattiva, ben controllata dal proprio sistema nervoso, nella fase successiva al raffreddamento.
Nell'ambulatorio, questo principio potrà essere potenziato, con l'applicazione dell'aria surgelata di -25° C (crioterapia), con un'efficacia sorprendente: non solo sgonfia e disinfiamma la parte lesa in fretta, ma la rende leggermente anestetizzata, cioè toglie il dolore acuto con un mezzo naturale termico. Questo trattamento viene effettuato con un gettito d'aria surgelata che dura 1-2 minuti: più a lungo non si resisterebbe a questa temperatura bassa sulla pelle. Nel maggior numero dei casi quando non si tratta di un'immobilizzazione a causa di una rottura ossea, uno strappo legamentoso o tendineo, e quando un intenento ortopedico o artroscopico non sia indicato, il passo terapeutico successivo è la mobilizzazione passiva della spalla. Per questa fase si richiede la massima collaborazione del paziente, perchè potrà sentire dolori anche considerevoli, a causa della prolungata rigidità della giuntura, I cui componenti hanno perso elasticità e si sono percosì dire "arrugginiti. Teniche di riflessologia sui punti neuromuscolari, di rilassamento e rinforzo muscolare, di chinesiologia appliccata, di stretching muscolo-legamentoso, di aggiustamento articolare, vengono usate per ristabilire l'integrità della funzione della spalla. Ci sono inoltre a disposizione l'agopuntura tradizionale cinese, la terapia neurale secondo Hunecke con l'iniezione della procaina, le infiltrazioni con diversi medicinali nelle borse, articolazioni, guaine tendinee etc. Ci sono però casi eccezionali, in cui il dolore è troppo forte da sopportare o il blocco è progredito al punto di non poter procedere in modo efficace con i tradizionali esercizi mobilizzanti. In questi casi rimane la possibilità di eseguire queste manovre sotto una minianestesia generale di 2-3 minuti, con l'aggiunta di un miorilassante nell'iniezione anestetica. Durante il periodo della narcosi, la muscolatura della spalla si rilassa completamente e viene manipolata negli estremi di movimento, con lo strappo delle adesioni fibrotiche dalla capsula articolare. Il dolore post-operatorio dev'essere calmato con medicamenti per via orale, rettale o per iniezioni.
Contemporaneamente vengono applicate le diverse terapie fisiche: il freddo nelle forme sopra descritte contro le infiammazioni, I'ultrasuono contro le tendiniti e le capsuliti, I'elettroterapia anestesica contro i muscoli doloranti e l'elettrostimolazione per rinforzarli e contemporaneamente rilassarli. Il laser e la magnetoterapia sono aggiunte terapeutiche valide. Qualche volta sono necessarie iniezioni di un anestetico o farmaci specifici. La radioterapia è stata superata dalle terapie alternative sopraelencate.

Superata la fase di mobilizzazione e di flogosi, con effetto benefico sia consenativo che alangesico, si procede alla riabilitazione attiva o ginnastica. Sotto la guida dell'fisioterapista, il paziente impara ad eseguire gli esercizi relativi alla sua patologia come: movimenti liberi, autostretching, tecniche di rilassamento e rinforzo muscolare. Gli esercizi, dopo averli imparati correttamente in palestm, vengono eseguiti giornalmente a casa. Dopo un corretto trattamento, la spalla diventa meno dolente e i movimeni di giorno in giorno più liberi. Dopo di che si potrebbe procedere all'abbandono dell'applicazione del l'argilla e di finire le cure ambulatoriali. Nella fase post-terapeutica si consiglia alcune procedure profilaterapeutiche come evitare lo sforzo all'arto interessato, ad esempio non di portare i pesi non segare il legno, non spingere ií tosaerba e non giocare a tennis ( lavori impegnativi).

EPICONDILITE
L'epicondilite come l'epitrocleite (o epicondilite mediale), è una entesopatia, cioè un'affezione dell'inserzione tendinea sull'epicondilo ed è da tenere distinta dalla periartrite dell'articolazione omero-radiale. È caratterizzata da dolori, infiammazione e/o gonfiore e restrizione del movimento. L'epicondilite potrebbe avere origine traumatica, metabolica, reumatica, un raffreddamento oppure un sovraccarico all'arto colpito. Non vengono dimenticate le diverse circostanze in cui si batte il gomito contro una parete, uno spigolo di un mobile o quando si sforza ledendo le strutture anatomiche della suddetta regione. Girare il braccio per awitare delle viti costituisce un movimento che può oltrepassare la capacità dei tessuti connettivi e dei muscoli del gomito causando infiammazione e dolori.

Anatonua-Fisiologia

Il gomito è un' articolazione che collega 3 ossa, I'omero, I'ulna e il radio tramite le giunture omero-radiale, omeroulnare e radio-ulnare. L'epicondile è la protuberanza esterna dell'omero dal quale la condizione dolorosa, appunto l'epicondilite, ha preso il nome. Le tre giunture permettono due movimenti distinti: uno del tipo cerniera, che fa muovere il braccio dalla flessione in estensione, e l'altro che si fa con un cavaturacciolo, cioè la pronazione e supinazione dell'avambraccio e della mano. L'articolazione del gomito ha una moltitudine d'inserzioni di legamenti, tendini e muscoli che legano le tre ossa assieme e che permettono il movimento tra braccio e avambraccio. Una borsa importante è la "bursa olecrani" perché quando si infiamma e si riempie di liquido sinoviale, può assumere dimensioni notevoli "come se si avesse una mela sotto la pelle del gomito".

Patologia

Le malattie che affliggono il gomito sono le stesse che interessano la spalla. Si differenziano tra i sintomi che sono localizzati all'esterno del gomito, attorno all'epicondilo laterale, come epicondilite laterale, e quelli localizzati all'interno del gomito, intorno all'epicondilo mediale e/o alla troclea, come epicondilite mediana o epitrocleite. La borsite l'abbiamo già menzionata sopra.
Spesso abbinati all'epicondilite laterale, ci sono delle fibromiositi dei muscoli supinatori ( M. brachioradialis e dei due Mm extensor carpi radialis) che alla palpazione sono tesi e molto dolorosi e devono essere trattati contemporaneamente quando si cura una epicondilite.

Diagnosi

La diagnosi viene tratta dall'anamnesi e dalla sintomatologia. La palpazione è parte importante nella determinazione dei tessuti ammalati. Anche i test del movimento passivo e della forza muscolare danno informazioni sulla patologia del gomito. La radiografia e la risonaza magnetica sono esami necessari solo in casi particolari. Siccome gli approcci terapeutici tra le classi di epicondilite di origine locale e quelle di origine sistemica sono assai differenti, I'esame di laboratorio è di routine per poter eliminare o confermare la presenza di fattori infiammatori o di forme reumatiche o metaboliche.

Trattamenti

L'epicondilite laterale o mediale acuta viene trattata primariamente con impacchi antiflogistici (argilla) a casa e con l'aria surgelata di -25°C nell'ambulatorio. Una volta calmata l'infiammazione, la manipolazione chiropratica dell'articolazione scioglie il blocco articolare e ristabilisce la funzione normale delle 3 giunture del gomito. La muscolatura (i 3 rotatori-estensori dell'avambraccio) viene opportunamente curata ai punti di riflesso, con massaggi manuali e/o elettroterapia.
I risultati delle cure sono migliori negli stadi acuti e richiedono tempo e pazienza nei casi cronici.

Prevenzione

Una specifica prevenzione per disturbi al gomito non esiste. Una volta guarito da un episodio di epicondilite non ci vogliono esercizi particolari perché è la natura del gomito muoversi per quasi tutti i lavori quotidiani e perciò non ha bisogno di essere esercitato ulteriormente.

La Chiropratica

La chiropratica si occupa della prevenzione, dell'esame e della diagnosi delle malattie, specialmente dei disturbi funzionali e di portamento della colonna vertebrale, del bacino e di tutte le articolazioni del corpo umano. La chiropratica cura le condizioni della sua competenza principalmente col trattamento manipolativo chiropratico, con fisioterapie e con tante altre misure incruenti naturali.

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